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“la cripta”

Nell’anno 2006 sono stati finanziati dalla Regione Sicilia 235 mila euro lavori per la sistemazione dei tetti, l’impianto a norma dell’illuminazione interna ed esterna la riconduzione a facce vista della facciata dell’Eremo la riqualificazione del piano interrato, che veniva usato come stalla e magazzino dai tanti eremiti succedutesi nel tempo.

Nella ristrutturazione del locale si sono create delle vere e proprie grotte; tre, infatti. Sono i vani del piano interrato: il primo fa parte dell’entrata, quindi da un angolo si diparte una lunga scala di ferro che collega il pianterreno con l’ammezzato, un vero magazzino dove i frati cappuccini tenevano le derrate alimentari che servivano per la sopravvivenza di tutto l’anno. Ancora oggi all’interno sono presenti i “cannizzi” (recipienti di canna che servivano per conservare il grano, le fave, l’avena ecc.), la botte per il vino, la giara dell’olio, la farina e “l’arbitio “, che serviva per fare la pasta. Da questa scala si diparte un’altra scala che lo collega all’Eremo. I frati cappuccini ogni anno nel periodo di raccolta giravano per le campagne a fare la “Questua”, e i contadini davano un pò di tutti i prodotti presenti in quella stagione. Nel secondo locale si trovava un vecchio mulino con macina in pietra,che serviva per macinare il grano per farlo diventare farina, ma anche farro. In fondo al terzo locale si apre una vera e propria grotta, che da un grande impatto emotivo. In occasione della presentazione del libro “Enigma del Triona “ di Giuseppe Pietramale è stata posta sulla parete rocciosa un’immagine in ceramica della Madonna del Balzo di stile moderno, realizzata da un artista locale e in basso è stato collocato un altare ricavato da una grossa pietra. L’aria che si respira all’interno è di devozione,di spiritualità e di fede. Questo è l’effetto che fa al pellegrino che visita per la prima volta tale ambiente. Oggi essa può diventare la stanza della preghiera e galleria di immagini della Madonna nel tempo, dove si può chiedere una grazia particolare o recitare una prece per la salute dei propri familiari. Racconto un aneddoto: in occasione del gemellaggio con la comunità Spagnola di ALCALA’ DE LOS GAZULES, il gruppo di pellegrini, appena arrivati nell’ultima stanza hanno  intonato una canzone della Madonna del santuario del proprio paese: una grande commozione si è impadronita allora del gruppo di Bisacquino li accompagnava tra cui il sottoscritto, e appena i pellegrini hanno concluso il loro canto, noi bisacquinese abbiamo iniziato a cantare le canzoni dedicate alla Madonna del Balzo, cosicché ci guardavamo gli uni con gli altri con gli occhi pieni di lacrime, e alla fine si è conclusa in un abbraccio generale.

 

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